Legge 104: Una Tutela per i Disabili, anche nel 2023

E’ passata alla storia come “Legge 104”. In realtà, il riferimento corretto è “Legge del 5 febbraio 1992, n. 104”. 

Espressioni gergale a parte, si tratta del più importante riferimento normativo per quanto concerne la tutela dei disabili e di chi versa in una situazione di invalidità. Ne disciplina i diritti, le agevolazioni, le attività di assistenza. I benefici si estendono anche ai familiari (entro un determinato grado) e si pongono lo scopo di sostenere l’attività di care giving.

Ne parliamo qui, fornendo un quadro completo per quanto riassuntivo, e presentando le eventuali novità in serbo per il 2023. 

Per approfondire, consigliamo comunque di visionare i contenuti presenti sul sito Posizioniaperte.com dedicati agli invalidi civili.

 

Chi può usufruire della Legge 104

Dei benefici stabiliti dallaLegge 104possono usufruire non solo coloro che soffrono di invalidità ma anche i familiari. Ovviamente, anche in questi casi è necessario rispettare determinati requisiti. 

Per esempio, il fruitore diretto deve aver acquistato un punteggio di invalidità pari al 33%.

Per quanto riguarda i familiari, questi possono beneficiare del provvedimento se fanno parte di una delle seguenti categoria: 

  • Coniugi,

  • Parenti fino al secondo grado, il ché include genitori, figli, fratelli germani,

  • Parenti fino al terzo grado, se quelli di secondo grado e il coniuge sono deceduti o hanno superato i 65 anni di età.

Lo scopo della normativa è palese: garantire a chi soffre di invalidità di beneficiare non solo in via diretta di alcune agevolazioni (che vedremo più avanti) ma anche del supporto dei familiari. In questa prospettiva, assume un'enorme importanza la figura del care giver.

 

Cosa dice la Legge 104

La Legge 104 è molto complessa e stabilisce una lunga serie di agevolazioni.

Partiamo da quelle che si concretizzano nella forma del permesso lavorativo.

Stando alla normativa, ai beneficiari diretti e ai familiari indicati come care giver sono concessi alcuni permessi straordinari. Per esempio, la possibilità di assentarsi dal lavoro per tre giorni al mese, al netto delle ferie regolarmente previste dal contratto di lavoro. Ovviamente, tali assenze sono retribuite.

In alternativa, ma coerentemente con le dinamiche lavorative, sono concesse una o due ore di riposo (o astensione lavorativa) giornaliere.

Alcuni casi vengono disciplinati in maniera ancora più specifica. Per esempio, la sussistenza dello status di invalidità nei minori. Nella fattispecie, i genitori possono richiedere un prolungamento del congedo parentale che può estendersi fino al compimento dell'ottavo anno di età. La retribuzione dei giorni in congedo è fissata al 30%.

Un altro tema affrontato dalla Legge 104 è quello delle agevolazioni fiscali. In breve, a chi versa in uno stato di invalidità è garantita: 

  • L'esenzione dal pagamento del bollo auto, 

  • La possibilità di portare le spese sanitarie non già in detrazione ma in deduzione,

  • L'abbattimento dell'IVA al 4% in caso di acquisto di presidi medico e dispositivi ausiliari.

  • La possibilità di detrarre il 19% della spesa per l'acquisto di dispositivi per la deambulazione e affini,

  • L'esenzione dalla tassa di concessione governativa per i servizi di telefonia mobile.

 

Le altre agevolazioni per l’invalidità civile

A chi versa in uno stato di invalidità, e a certe condizioni, lo Stato riserva anche una pensione specifica, a volta indicata con l’espressione “assegno mensile”, e una indennità di accompagnamento.

Gli importi sono vincolati al tipo di invalidità, alla gravità della stessa, e al reddito già percepito dal disabile. 

Le cifre sono cangianti, nel senso che possono cambiare di anno in anno in base ai valori dell’inflazione e anche sulla scorta di precise scelte politiche. Possiamo fornire però delle stime di massima.

In caso di invalidità totale, si potrebbe fruire di una pensione (o assegno) di circa 300 euro al mese. In questo caso, il limite di reddito (personale) si aggira sui 17.000 euro annui. 

Un’altra eccezione riguarda i sordi, a cui potrebbe essere riservata una indennità specifica. In questo caso, al fine di stabilire il corretto importo, viene operata una distinzione tra frequenza e comunicazione. La prima è sovrapponibile alla perdita di capacità uditiva determinata dall’avanzamento dell’età. La seconda di norma indica la presenza di una vera e propria patologia congenita o acquisita.

Per quanto concerne l’accompagnamento, invece, non esiste un limite di reddito: spetta sempre e comunque. Si aggira intorno ai 530 euro, ma può salire a oltre 900 in relazione a una specifica categoria di disabili (es. i ciechi assoluti).