“Socrate il sopravvissuto – come le foglie”
Al festival di teatro contemporaneo “L’altra scena”, giovedì 19 ottobre, alle 21, al Teatro Municipale di Piacenza arriva il pluripremiato spettacolo della compagnia veneta Anagoor, “Socrate il sopravvissuto – come le foglie” (Premio Rete Critica 2016, Premio della Critica Anct 2016, Premio Hystrio alla regia 2016).
La regia è di Simone Derai, che firma anche la drammaturgia assieme a Patrizia Vercesi, ed è una drammaturgia densissima che attinge al passato per illuminare il presente e i concetti come l’essere, l’anima, il vivere all’interno di una comunità. Ispirato al romanzo “Il Sopravvissuto” di Antonio Scurati, con contaminazioni e innesti tratti dal “Fedone” di Platone, da “La storia seguente” dello scrittore olandese Cees Nooteboom e dalle riflessioni del filosofo, scrittore e mistico di origini greco-armene Georges Gurdjieff, lo spettacolo racconta la scuola, l’educazione e il loro rapporto con la stretta attualità, tra la filosofia antica e gli echi di cronache violente che hanno avuto come palcoscenico proprio le scuole.
Accade in Italia, il giorno della maturità: uno studente entra in un’aula scolastica e massacra a colpi di pistola l’intera commissione di esame, lasciando in vita solo l’insegnante di storia e filosofia. È questa l’essenza della trama del romanzo di Antonio Scurati (che trae l’ispirazione da una cronaca tragicamente reale: il massacro alla Columbine High School); “il sopravvissuto” del titolo è quel professore risparmiato (perché?) dallo studente armato. E da qui Anagoor avvia una riflessione sulla questione educativa oggi, intrecciandola però con gli ultimi momenti della vita di Socrate, così come sono raccontate da Platone: condannato a morte per corruzione dei giovani e per empietà, perché non riconosceva gli deì tradizionali della Polis, Socrate conversa con il giovane Alcibiade, futuro governatore della città, lo porta gradualmente a capire, attraverso i concetti del giusto e ingiusto, la sua presunzione di sapere. Come Socrate, Anagoor non dà risposte ma pone quesiti, forgia domande, provoca intramontabili quanto ingombranti interrogativi sul senso, sulla conoscenza, sul ruolo di un educatore, sulle potenzialità mancate del sistema educativo, sui valori e disvalori del pensiero occidentale, dalle sue origini ad oggi.
“Stiamo accumulando un ritardo colpevole. Serve che si levi un pensiero alto e articolato – scrive la compagnia nelle note allo spettacolo – attorno all’educare oggi, alla cura delle coscienze in formazione. Un pensiero che rilevi la stretta connessione tra processo della conoscenza e ricerca della giustizia, tra strumenti del conoscere e pratica politica. Un pensiero che smetta di separare la filosofia dalla vita, che ricucia lo strappo tra anima e corpo e inviti all’eterna e mai perfetta ricerca della verità, unico baluardo contro l’assenza di senso della storia e dell’esistenza”.
In scena una nutrita compagnia di attori tra cui otto studenti, allievi attori provenienti da tutto il territorio nazionale, che si muovono tra banchi di scuola e libri, libri talvolta strappati, pronti al macero, o inzuppati d’acqua, forse salvati da macerie e inondazioni, in ogni caso simboli fragili e inermi di una cultura da preservare. Accanto ai ragazzi Marco Menegoni nel ruolo del loro professore di storia e filosofia pronto a mettersi in gioco all’interno di un sistema didattico che svilisce la passione personale per la materia che si insegna, e quindi di salvare e trasmettere quella passione. Nel ruolo di Socrate troviamo Domenico Santonicola, in quello del giovane Alcibiade Piero Ramella.
Il video che scorre sul fondale e che ricostruisce le antiche vicende della Polis di 2400 anni fa, con immagini definite “di folgorante intensità”, è curato da Simone Derai e Giulio Favotto. Le riprese aeree sono di Tommy Ilai e Camilla Marcon. Derai firma anche le maschere, assieme a Silvia Bragagnolo, e i costumi, assieme a Serena Bussolaro. Le musiche e il sound design sono di Mauro Martinuz.
Informazioni:
www.teatripiacenza.it